L’incontro per così predestinato con Il Giardino Viatori mi ha aperto un mondo di bellezza, di colori, del mutar repentino della luce, di abbagli e poesia del luogo. Ciò che sento e voglio trasmettere è un inno alla bellezza, alla natura come antidoto, come cura dell’anima.
Per il titolo di questa mostra ho scelto la poesia “Colori” di Alda Merini , perché riassume il mio modo di fare pittura, nello
specifico, l’acquerello che prevede la stesura nel tempo di un anelito, mentre l’animo è inquieto, teso nel gesto irrisolvibile,
qualora colori acqua e tempistica di esecuzione non siano coordinati. L’acquerello è umile e sovrano, un gesto cosmico nel
tempo di un respiro l’opera si compie.
Amo i colori, tempi di un anelito
inquieto, irresolvibile, vitale,
spiegazione umilissima e sovrana
dei cosmici "perché" del mio respiro. (Alda Merini Colori)
Se nell'acquerello ciò che conta è l’immediatezza della stesura del colore, nella pittura il lavorio delle mie pennellate sembra avere a che fare con una vera e propria forma geologica della pittura. Ogni mio dipinto ha infatti un legame indissolubile con il tempo e richiede un'attenta osservazione delle pellicole pittoriche che sono state depositate nel corso del tempo proprio come un sedimento stratigrafico. Si tratta di un modo di procedere dichiarato in prima istanza e successivamente parzialmente cancellato. L’intervento che si compie sia attraverso censura per sovrapposizione che mediante lavaggio dello strato precedente diventa un dialogo perpetuo fra me e l'opera che continua come fosse un respiro che lentamente si stabilizza fino ad un ideale stato di calma che esaurisce questa comunicazione in un silenzio eloquente. Lo scambio così esaurisce: per me l'opera ad un dato momento, raggiunge un culmine enunciativo diventando efficace.